Sezione a Tema Libero
1 classificato
Claretta Angiargiu
Il mio lago
Luci di stelle appuntite
trafiggono il lago azzurrino,
guarda anche me,
paio appuntata al pontile.
I salici rendono
alle nere sponde
i sospiri d’amore
impigliati alle fronde.
La luna si specchia
e tralascia bagliori
a scivolar sul pelo d’acqua,
sono come carezze
perse fra i canneti.
Presto pernotteranno qui
altri silenzi coperti
dal frinir di grilli,
paiono emular violini.
Mi sporgo a toccare la
mia immagine riflessa
ma tutta l’acqua si
confonde, ecco…
lo specchio della mia anima
s‘è rotto.
2 Classificato
Clementina Broccadello
«San Lorenzo»
Spesso ad occhi aperti ti sogno «San Lorenzo»
cascina della mia tenera età
quando senza gli affanni degli anni
riempivi il mio cuore di felicità.
Eri per me, bambina, immensa così adagiata
nella nebbia mattutina dell’estate;
si aggrappavano ai tuoi ruvidi muri bianchi
rose rosse rampicanti profumate.
Il tuo cortile raccoglieva canti spensierati
e lì spandeva a piena mani nel cielo blu;
sotto i tuoi portici rimbalzavano grida gioiose
che salivano in alto in alto e si perdevano lassù.
E gli zii accoglievano il mio arrivo ogni volta
con le anime buone allargate
e con gli amici della mia infanzia
trascorrevo le luminose, calde interminabili giornate.
Le notti erano serene e tranquille in quell’oasi,
la pace vi regnava sovrana
tra lumi di lucciole e canti di grilli
s’alzava metodico il gra gra di una rana.
Ma il tempo è un gran tiranno:
non ti risparmia niente di niente
Gli zii in silenzio se ne vanno
gli amici di un tempo non ci sono più
Solo tra il verde delle risaie, San Lorenzo, ti stagli ancora tu.
Ma perché dopo tanti e tanti anni
pur passandoti sempre davanti da lontano
non sono più riuscita ad imboccare la stradina polverosa
che ogni volta sembra tendermi la mano?
Forse perché ho paura di non ritrovare nel tuo grembo
le tracce felici della mia prima vita
forse perché ho paura di non rivivere
la stessa intensa calma gioia infinita.
3 classificato
Adriano Scandalitta
Il cioccolato fondente
Il cioccolato fondente
mi ricorda
il tuo ritorno dalla guerra,
o padre.
Ne avevi un bel pezzo, quadrato,
duro come il sasso,
amarognolo,
che noi ragazzi spezzavamo
in silenzio
per timore di infrangere
il bellissimo incantesimo
del tuo ritorno.
4 classificato
José Cosentino
Avresti appena quattro mesi adesso…
05 07 91
Seguivo un film
e ti sognavo
stringendoti nel petto
per azzittirti
sussurrandoti dolcezze
Ma tu sei scomparsa
e mi cullavo
pensandoti vicina…
Avresti appena quattro mesi
e potevi colmarmi
con le moine del sorrisetto
guardandomi profondo
con quegli occhietti di mare
Saresti diventata più vispa
e ti avrei insegnato la parola «mamma»
e sentirmi dire più tardi «papà»
estasiandomi
al tocco delle tue manine accese…
Avrei…
avrei costruito pensieri
con fiabe arabescate
rubandoti all’aldilà del mondo
per dondolarti nell’aria
su un’altalena di fiori e foglie…
Avrei…
avrei un’infinità di cose
che si confondono
e che non riesco a capacitarmi
tumultuandomi nel cuore.
5 classificato
Fernanda Ristorini
Soldato
Cammini solo nella notte
con piedi di granito
soldato semplice – elmo di latta
spada di cartone – due foglietti in tasca ben piegati
con le rime della nostalgia.
Eppur lieve era il tuo passo
quando correvi nel mattino,
muscolare catena
che si avviluppa e snoda…
Ora rimane l’acqua
tra le tue mani erose;
diverrà sale e sabbia dell’oceano.
6 classificato
Angela Fullone
I figli
I figli…
mettono le ali in fretta,
disintegrano anelli,
come rondini migrano
per altri cieli,
per altre terre.
E tu madre, che tanto amore hai dato…
stringi tra le mani il vuoto,
da altre grondaie tornano
al silenzio di bambola per un giorno,
poi ripartono e tu…
matrice di vita, d’amore, d’affetti,
sventoli fazzoletti bianchi
come bandiere al vento.
Ladra d’urgenze…
la vita li riporta altrove,
mentre la vecchia dimora
assume il grigio dell’assenza.
L’addio rimane nell’aria,
alla meta s’arriva stanchi d’attesa,
con la ressa d’affetti repressi
che preme alla tempia,
che urge il ritorno della cicogna
al suo nido d’un tempo,
per un giorno di sole.
7 Classificato
Andrea Salvadeo
Senilità
Volano i giorni rapidi dal caro vivere mio…
G Parini
Stava seduto nel buio
ore,
passate ad ascoltare voci
di bambini
che consumavano giochi
e restava solo col suo bastone,
la coperta sulle gambe,
ricordandosi
di quando con foglio e matita
ci si sentiva lieti:
assaporava
i raggi del sole e lasciava
che, filtrando, lo scaldassero.
Sognava ad occhi aperti
pensando
di poter cambiare ogni cosa,
in quei millimetri di vita.
Era vecchio, spossato dagli anni
e aveva visto tanto:
si addormentò così, fra tenui colori.
8 Classificato
Emanuela Rognone
E vennero le nevi
… e vennero le nevi
… e si ebbe speranza
che tutto fosse coperto
da questa pioggia di grazia
… e si ebbe speranza
che i cuori trasparissero
per potervi scrivere
parole di bene.
Non fu così!
Piccoli uomini neri
si portarono via
quelle bianche nuvole:
cantando…
E noi rimanemmo
con la penna in mano
per scrivere sui giornali
le solite menzogne.
Poesia postuma di Maria Teresa Sandri
9 classificato
Salvatore Perspicace
Figlio figlio figlio!
Scusami se quando arrivo trafelato
non ti cerco a casa
o se ti vedo non ricambio i baci
e dal tuo sguardo in ansia
e dalle labbra
un alito traspare di candore…
Scusami se quando tu mi parli
non ti dò ascolto
e i tuoi discorsi o favole incompiuti
albeggiano innocenza scavano sorrisi
scusami bambino
se a volte disperato per i miei problemi
non ti noto affatto
e tu continui a parlarmi della scuola
o di piccole esperienze che anch’io conobbi
adesso alla deriva amara
di questo presente assurdo di sommovimenti
in questi tempi di sangue in cui a diciott’anni
il figlio è già maturo e il padre più non serve
e da una parte all’altra
la droga parla chiaro e la politica sconvolge.
Scusami,
ti prego di scusarmi forte
se anch’io son diventato scettico
e nei tuoi occhi di bimbo non cerco più le strade
dove m’incamminavo docile felice
e dissetavo le labbra di questo cuore errante.
Figlio figlio figlio!
10 Classificato
Luca Bosco
Il lamento dei vivi
Appeso al cielo
il grido scomposto degli alberi,
il latrato di crepe aperte nei tronchi.
Appesi al cielo
fiumi attendono l’ordine.
Ed è già un fragore di forme,
un’assenza d’età
l’accumularsi d’ore d’autunno.
Ed è già buio a mendicare dolore
presso gli uomini vinti.
Quasi un plasmarsi di volti
un precipitare di melma franante,
quasi uno schiantarsi
di nebbie urlanti
nell’acquitrino sconfitto.
Mentre nei loro lucidi umori
tacciono i morti:
avvinghiati a grumi di foglie
o già cumuli d’ossa
senz’ombra.
Piove il lamento dei vivi
a bagnare i cieli:
accovacciati in angoli di giorno,
a frantumarsi in attimi
di cieca rovina.
Come cupa risacca d’odio,
smottare di terre,
latrati di crepe aperte nei tronchi.
E su il grido scomposto degli alberi
appeso al cielo.
Sezione a Tema
1 Classificato
Paola Vallegiani
La mia terra
Nel sole brillano
occhieggiando, come uno strano mare
tra le nostre case,
le risaie.
Quadrati d’erba vicini
cui fan bordo pioppi ombrosi
dove il cielo di maggio
si può specchiare.
La mia terra,
terra generosa di profumi e colori,
di fatica e lavoro:
schiene piegate, nere le calze,
cappello di paglia e sudore.
Come non amarla la mia terra,
verde di prati,
di cieli azzurra
marrone di campi
e gialla di sole.
Ha il profumo delle acacie in fiore,
dell’erba tagliata,
di fossi e di viole.
Ha il colore della pelle cotta dalla terra
e dal sole.
Vicina o lontana,
non importa dove,
in questa terra ho radici profonde
e pur con gli occhi chiusi
io la vedrò sempre
con quelli del cuore.
2 Classificato
Zampetti Paolo
Notte Lomellina
Notte viola che ammanta
le risaie ormai piene.
Profumo d’estate, di campi,
di erba riarsa.
Discorsi di rane felici.
Pioppi che mormorano
un saluto
alla luna arancione.
É tutto tranquillo, questa notte
calda di fine giugno
è tutto in pace
qui in Lomellina
mirabile armonia
del mio spirito.
3 Classificato
Marilena Migliavacca Andreone
L’attesa
L’attesa del chicco che s’apre
alla vita subacquea e discreta,
al ritmico garrico richiamo
della rana ammansita.
L’attesa dell’indomito verde fuscello
che traspare sull’onda ventosa
ed annuncia che anche quest’anno,
nel mare fittizio e quiescente,
è rinata di nuovo la speranza.